[2010]bonsai and suiseki magazine 16_(3).pdf

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>> A scuola di estetica
Battuto dal vento
di Antonio Ricchiari
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I l vento è arrogante, pensa di possedere gli
alberi, di avere fatto sua la Natura, ma è solo
un’illusione. Lo Stile Battuto dal Vento ri-
corda molto lo Stile Inclinato dal quale deriva,
ma forse risulta più interessante per la disposizione
dei rami. Due sono le varianti: il vento soffia
sull’albero e il risultato dell’azione del vento dopo
molti anni.
Considerato dal punto di vista estetico que-
sto bonsai può avere qualche difficoltà nella rea-
lizzazione perché bisogna mettere in atto tutta la
perizia nel dare equilibrio ad una forma inclinata,
con una ramificazione insolita, masse dunque che lo
stile ventoso rappresenta una versione molto parti-
colare della Natura dell'albero in condizioni climati-
che estreme. Per i giapponesi è lo stile che infrange
le leggi di gravità, lo stile fukinagashi.
La percezione più immediata è quella di un
albero che sia lì per lì sul punto di abbattersi, con
una condizione di instabilità considerata insolita per
un Bonsai e per il suo spirito. Quindi, nella forma-
zione della pianta è necessario usare alcuni accorgi-
menti che diano un controbilanciamento che viene
da radici robuste che facciano da contrafforte nella
parte opposta all’inclinazione oppure dall’inseri-
mento di una roccia. La visione è comunque
drammatica poiché in natura questi alberi hanno un
sito nelle scogliere o nei picchi montani fortemente
battuti dal vento, pericolosamente inclinati
nell’impari lotta di sopravvivenza contro gli ele-
menti.
La vegetazione è molto rada, senza rami sul
lato battuto dal vento, con ampie parti del legno
scortecciate (shari); il tronco quindi appare molto
contorto ed esprime visivamente una eccezionale
potenza anche se spesso non è eccezionalmente ro-
busto. La compensazione di una silhouette così sbi-
lanciata può essere ottenuta pure da un attento
dimensionamento dei pochi rami sul fronte. Biso-
gna considerare un fatto importantissimo: abbiamo
in questo caso una forte tensione visiva innescata
dalla linea fortemente inclinata del tronco
(drammaticamente instabile) e l’assetto delle radici,
dei rami e della vegetazione che devono trasmettere
stabilità e ordine estetico. In tutto questo
contraddittorio visivo, la struttura deve conservare
tutta la dinamicità e il contrasto di linee di forza che
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>> A scuola di estetica
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è la caratteristica peculiare dello Stile.
Il punto focale primario è sicuramente il
tronco; i punti di interesse secondario possono esse-
re le radici di superficie (àncora robusta del piede)
la parte lavorata a shari, il terriccio spesso molto ri-
levato dalla linea d’orizzonte, eventuali rocce. Il va-
so deve essere necessariamente poco profondo o si
può usare una lastra di pietra che mette in risalto
ancora di più tutta la struttura dell’albero.
In sostanza, il bonsaista deve conciliare ordi-
ne estetico e dinamicità, raggiungendo un equilibrio
fra:
• tensione visuale, scatenata dalla linea diagonale
del tronco;
• armoniosa organizzazione formale della imposta-
zione del nebari, del tronco, dei rami, delle foglie
Il bilanciamento ottico è demandato al neba-
ri, che nello specifico deve essere molto sviluppato
nella parte opposta al vento, per trasmettere quella
sensazione di avvinghiato indispensabile alla stabili-
tà.
Questo stile ha delle similitudini con il ca-
scata che già abbiamo esaminato in un precedente
scritto pubblicato. Esso deve trasmettere nettamente
la sensazione del vento attraverso una chiara esposi-
zione estetica. I rami ed il tronco, con il loro movi-
mento, devono rappresentare l’andamento che il
vento ha dato loro.
I rami devono essere impostati con una ango-
lazione che guarda la direzione del vento, con la
quasi totalità di rami volti solo da una parte. Il
tronco può avere differenze che riflettono la rappre-
sentazione di un ambiente più o meno ventoso, ma
sarà sempre con pochi rami, una chioma piatta, nes-
sun ramo controvento.
Nello specifico di questo stile gli jin avranno
una funzione estetica importante perché accentuano
la drammaticità della rappresentazione.
Le specie adatte a questo stile sono da ri-
cercare naturalmente nelle conifere e nelle latifoglie
che si possono trovare in montagna, come per
esempio i faggi.
Per lo stile fukinagashi sono da preferire va-
si piatti o addirittura lastre che enfatizzano una
certa orizzontalità, che esaltano l'effetto ventoso del
tronco e dalle palcature.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
- Antonio Ricchiari -
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>> Non tutti sanno che...
Wisteria sinensis
Li abbiamo recentemente visti fiorire con i loro grappoli di una
tonalità di lilla definita appunto color glicine, arrampicati sulle
recinzioni delle abitazioni, oppure nei vasi bonsai, sia lilla che
bianchi... Glicine, Wistaria o Wisteria sono tre nomi per la stes-
sa pianta e sono tutti corretti.
di Elisabetta Ruo
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