Il Nuovo DOP - Il dizionario italiano multimediale e multilingue d'ortografia e di pronunzia.pdf

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Dop.Interno
Rai
Il nuovo “DOP”
il d izionario
italiano
multimediale
e multilingue
d’ o rtografia
e di
p ronunzia
redatto in origine
da Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli
riveduto, aggiornato, accresciuto
da Piero Fiorelli e Tommaso Francesco Bórri
Versione multimediale ideata e diretta
da Renato Parascandolo
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Un saluto ai vecchi e ai nuovi amici del “DOP”
“C’era una volta il ‘ DOP ’”. Diceva proprio così, con no-
tevole rilievo tipografico, il titolo d’un articolo intorno
alla corretta accentazione della nostra lingua, apparso
pochi mesi fa in uno dei più diffusi giornali italiani. E
non fa certo specie il fatto che alla gentile autrice di quel-
l’articolo il problema proposto richiamasse in mente la
sigla “ DOP ” con cui da quasi quarant’anni è conosciuto il
“Dizionario d’ortografia e di pronunzia” della RAI . Ma
ecco: caduto sotto gli occhi d’uno degli autori del dizio-
nario, dell’unico che ancóra sopravvive dopo tanti anni,
quel titolo con quel richiamo gli ha suscitato una e due e
forse tre riflessioni, che hanno tutte qualcosa di dolce e
qualcosa d’amaro; e ognuna fa capo a un paradosso.
E il primo è questo. Gli studi sulla nostra lingua si so-
no moltiplicati fuor di misura durante l’ultimo mezzo se-
colo; molte volte, troppe volte, hanno preso per oggetto
delle loro cure, delle loro attenzioni, un italiano appiatti-
to nella dimensione del presente, del giornaliero più
scialbo, d’un grigio “come vien viene”. Ora, un’opera che
le date di pubblicazione potrebbero far ritenere superata,
e che certo non ha il pregio di farsi trascinare dalla cor-
rente, si vede ricordata ancóra per qualche servigio che
ha reso al pubblico italiano, a chi scrive e a chi lègge, a
chi parla e a chi ascolta, offrendo a tutti una quantità
d’informazioni ben vagliate insieme con una rosa di stru-
menti e di criteri con cui valutarle a occhi bene aperti.
Sarà questo ricordo un segno di disperazione, o sarà un
segno di speranza? Una domanda soltanto.
Il primo paradosso se ne tira dietro un secondo. La sigla
DOP ” può ancóra essere usata, in un titolo di giornale,
senza rischio di confusioni coll’altra sigla “dop” per “deno-
minazione di origine protetta”, che è nata dopo e che ha
preso piede in questi ultimi anni. La “dop”, così presto dif-
fusa in mercati e supermercati, avrebbe potuto rendere ir-
riconoscibile il “ DOP ”, il dizio-
nario, e farlo dimenticare. Que-
sto dice, o avrebbe detto, un pes-
simista. Chi non sia proprio
pessimista è portato piuttosto a
riflettere che la “dop” finisce col
dare un segno di convalida al
DOP ”, se pur ce n’era bisogno.
Che senso avrebbe, altrimenti,
voler livellare tutto in basso?
Come la “dop” e la “doc” garan-
tiscono a un certo pubblico la
genuinità, la bontà di quel vino,
di quel formaggio, di quell’olio, così nel “ DOP ” a un pub-
blico forse diverso – o forse molto simile? – vengono ga-
rantite quelle che sono nello scritto e nel parlato, parola
per parola, le forme della lingua più genuina, della lingua
migliore.
Due paradossi; e ora il terzo. “C’era una volta”; e si
pensa al passato, a un passato indefinito, senza tempo.
L’articolista, il titolista, non lo potevano sapere. Ma fin
dalle prime settimane del 2006 sono state fatte le prime
prove sperimentali d’una presentazione del dizionario in
rete (in “internet”), un poco per volta. Per ora il “ DOP ” è
comparso con tutti o quasi i suoi lemmi per ciò che
spetta a voci di lessico e nomi propri dell’italiano, nella
loro ortografia, nella loro trascrizione fonetica, nella lo-
ro lettura ad alta voce, insieme con pochi sparsi campio-
ni di voci straniere, una minima rappresentanza d’una
sessantina d’altre lingue, che daranno presto anche quel-
le un loro contributo ben più sostanziale dopo una serie
di riscontri e di revisioni. Il provvisorio di oggi darà luo-
go al completo e al definitivo nel giro di qualche mese.
Quel che poteva parere un residuo del passato, si può
presentare oggi come un’anticipazione del futuro. È sem-
pre lui e non è più solo lui. Il nuovo “ DOP ” si dichiara, ed
è, “multimediale”. È ancóra un libro ed è insieme un “si-
to”, di cui il lettore, il consultatore, l’utente diciamo, po-
trà vedere il contenuto scritto sopra uno schermo, sce-
gliendo tra molte possibilità diverse quelle voci e quegli
esempi che l’interessano; e poi, cliccando su certi segnet-
ti rossi di cui la schermata è costellata, potrà ascoltare la
lettura registrata di quel tanto di testo di cui l’edizione a
stampa (e con essa il sito) fornisce una trascrizione fone-
tica. E gli aggiornamenti terranno il “ DOP ” al passo col
variare e coll’arricchirsi della lingua, col crescere degli
studi di lingua e delle fonti d’informazione.
Un nuovo “ DOP ”; e aggiun-
giamo, il primo dizionario che
si presenti in Italia e fuori con
questa sua impostazione, mul-
timediale per un verso, aperta
per un altro al confronto dei se-
gni e suoni della nostra lingua
coi segni e i suoni d’un gran
numero di lingue di cultura di
tutto il mondo.
Novembre 2007
Piero Fiorelli
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www.dizionario.rai.it
DOP - Dizionario italiano multimediale e multilingue
d’ortografia e di pronunzia
129 000 voci (92 000 italiane e 37 000 d’altre lingue) da lèggere trascritte
e da ascoltare con un semplice “clic”
6 000 citazioni tratte da scrittori d’ogni secolo e ascoltabili a corredo di singole voci italiane
5 000 ore di registrazione nelle sedi della RAI di Genova, Firenze e Roma (1999-2007)
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Come si consulta e si ascolta il “DOP” multimediale
Nella pagina d’apertura (“home page”) del sito dedicato
al “ DOP ” appare una finestrella nella quale si può digitare
senz’altro il lemma (voce di lessico o nome proprio, in
italiano o in altra lingua) di cui si voglia accertare l’esatta
grafia e l’esatta pronunzia. Introduciamo per esempio la
voce carabattola .
Scrivi la voce: Cerca
Cliccando sul triangolino a destra della parola “Cerca” ( ), si vede aprire immediatamente sullo schermo dell’elabo-
ratore una nuova finestra che contiene lo svolgimento della voce richiesta:
carabattola [ ] s. f. es. con acc. scr.: le povere
carabàttole avevano enfiato le valigie [
] (Gadda) cfr. scarabattola
In particolare, la finestra di consultazione presenta il lemma (in neretto ) insieme con la sua trascrizione fonetica (in cor-
sivo e tra parentesi quadre), seguìta dal triangolino ( ) come segno di collegamento col sistema di riproduzione della
pronunzia. Cliccando sul triangolino, si può così ascoltare la lettura ad alta voce della parola in questione: lettura esat-
tamente conforme alla trascrizione fonetica . La voce del “Dizionario” è poi completata con la classifica-
zione grammaticale (qui, “s[ostantivo] f[emminile]”) e, separate graficamente da tasselli, eventuali indicazioni accesso-
rie (qui, una frase d’autore come esempio dell’uso, e un richiamo d’una voce diversa).
“Guarda più in là” è un invito al lettore, che trovi da sé
la pronunzia, sicura o almeno probabile, di quelle parole
che nel “ DOP ” non sono registrate. Non c’è dizionario
che possa pretendere di contenere tutte le parole d’una
lingua. Il “Dizionario d’ortografia e di pronunzia”, ap-
punto per fare spazio a un gran numero di lemmi che
presentano problemi di scrittura o di lettura, omette volutamente di registrarne molti altri in cui la corrispondenza tra
pronunzia e ortografia è assicurata da regole costanti dell’italiano (voci con accento sulla vocale finale, voci con due vo-
cali senza segni d’accento) oppure da regole particolari delle loro terminazioni (suffissi, desinenze, loro eventuali va-
rianti). Queste regole, e non queste sole, sono presentate minutamente in certe pagine della sezione “Guarda più in là…”.
E in certe altre sono spiegate, per più di trenta altre lingue, le regole essenziali di corrispondenza tra lettere e suoni.
L’antologia scritta e parlata (ossia corredata di trascrizio-
ne fonetica e di lettura ad alta voce) è composta d’una
sessantina di brevi testi in prosa o in verso, appartenenti
a tutti i secoli della letteratura italiana, dal XIII al XX ; ai
quali testi ne segue un ultimo, una favola d’Esopo pre-
sentata nel greco originale e in una diecina di traduzioni
in altre lingue. Lo scopo dell’antologia è soprattutto quello di mostrare come le parole abbiano una vita effettiva nella
frase e le frasi ne abbiano una nel testo, così da far superare l’inevitabile impressione di astrattezza che le voci staccate fi-
niscono col dare.
carabattola
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Il nuovo “DOP” multimediale: una grande opera di servizio
Nella sua nuova versione, aggiornata e accresciuta nei
contenuti, multimediale nella forma, il “Dizionario d’or-
tografia e di pronunzia” (“ DOP ”) presenta, oltre alla paro-
la scritta, la parola detta. È sufficiente fare un “clic” sulle
singole trascrizioni fonetiche per sentire parole o frasi let-
te nel rispetto della corretta pronunzia, italiana o d’altre
lingue. Con le risposte immediate che può dare, il nuovo
DOP ” dà un aiuto fondamentale per sciogliere le incer-
tezze di grafia e pronunzia, non solo dell’italiano.
Come le precedenti edizioni a stampa pubblicate da
R AI E RI , anche questa edizione multimediale vuol essere
per gli italiani uno strumento di unificazione linguistica,
ma soprattutto di riappropriazione della lingua madre.
Oggi infatti, esauritosi il ruolo “pedagogico” svolto dalla
televisione negli anni ’50 e ’60 anche e forse soprattutto
in campo linguistico, la lingua italiana è scossa dal fra-
stuono di un universo mediatico comprendente un certo
numero di reti televisive nazionali e diverse centinaia di
emittenti locali, a copertura provinciale, nelle cui trasmis-
sioni una qualche coloritura dialettale è facile a spiegarsi.
Con questa nuova edizione del “ DOP ” la RAI intende ri-
affermare il proprio ruolo di servizio pubblico mettendo
alla portata di tutti uno strumento di consultazione che è
insieme rigoroso e semplice, perché alle trascrizioni fone-
tiche, del resto assai chiare e intuitive, s’accompagna ora
la lettura ad alta voce: in tal modo lo scritto e il parlato, la
vista e l’udito si confermano a vicenda, e il dizionario può
esser consultato con uguale frutto da lettori più e meno
preparati, più e meno attenti e curiosi.
I centoventinovemila lemmi del “ DOP ” rappresentano
Qui sotto, a sinistra, una scheda di ricerca onomastica degli anni ’70 (una delle 8 000 e più che si conservano negli archivi del
DOP ”, impostate in redazione e completate una per una da cortesi informatori); a destra, la copertina dell’edizione del 1969
(E RI Edizioni R AI ) .
Nella pagina di fronte: in basso a sinistra, il disco realizzato nel 1969, che conteneva gli esempi di pronunzia insieme con una
lettura di Bruno Migliorini; in alto, il risultato di una ricerca (in rete) nel nuovo “ DOP ” multimediale (nella fattispecie, per il
lemma “ rubrica ”); in basso a destra, l’analisi spettrale della registrazione elettronica che è possibile ascoltare semplicemente clic-
cando sul triangolino rosso (riferito qui al medesimo lemma).
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